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Pont Vell, il leggendario ponte di Santa Eulària des Riu dove vivono gli elfi

C’è chi vocifera che venne costruito dal diavolo, chi giura di aver visto qualche “els fameliars” goloso e laborioso aggirarsi sotto i suoi imponenti archi. Le leggende rendono ancora più magico questo luogo legato alla storia della città di Santa Eulària, e all’unico fiume dell’isola

Pietre color miele disegnano una robusta struttura arcuata nel paesaggio di Santa Eulària des Riu, ai piedi di Puig de Missa, incoronato dalla sua chiesa-fortezza. A prima vista il Pont Vell di Santa Eulària des Riu ricorda un antico ponte romano, e con grande probabilità, un’infrastruttura simile esisteva già al tempo della res publica. Gli avi, abili ingegneri e grandi pianificatori del territorio, avrebbero sicuramente costruito un ponte per attraversare l’unico fiume dell’isola, inteso come vero e proprio elemento geografico per portata e regime, ma i primi documenti certi che menzionano il Ponte Vecchio risalgono al 1717.  

Sono tante le leggende che favoleggiano la sua origine, ma nessuna contribuisce ad una valida fonte per ricostruirne la storia e la fondamentale utilità per il territorio di Santa Eulària. Come tutti i fiumi, anche il Riu de Santa Eulària fu un’importante risorsa per lo sviluppo della civiltà ibizenca, e successivamente per la produzione agricola dell’area. 

A delineare il passato e i primi insediamenti dell’antichità, tra il 1988 e il 1990 venne portato alla luce il sito archeologico punico e romano localizzato sui terreni della tenuta di Can Fita, vicino alla foce del fiume Santa Eulària. Tuttavia, le fonti storiche confermano che le acque del fiume furono utilizzate per uso agricolo solo a partire dal X secolo, con la colonizzazione dell’isola di Ibiza da parte degli Arabi provenienti da al-Andalus. 

Nel 1235, anno della conquista catalana, il documento noto come “Memoriale divisionis” registra l’esistenza di mulini ad acqua nel distretto di Xarc, divenuto successivamente quartiere di Santa Eulària. Questi mulini erano alimentati dal Riu Santa Eulària, e venivano utilizzati per macinare il grano e i licheni. Queste strutture erano fondamentali per assicurare l’approvvigionamento costante di sacchi di cereali e farina: fin dal Medioevo, gran parte del pane consumato nella città di Eivissa e negli altri piccoli centri dell’isola era prodotto con la farina di cereali macinata a Santa Eulària. 

Nel passato, il fiume è sempre stato considerato come gineceo ma allo stesso tempo un ostacolo per l’andirivieni legato alla produzione e al commercio. Il trasporto avveniva a dorso di animali, prima dell’arrivo dei carri ben strutturati nella seconda metà del XIX secolo, per questa ragione è ipotizzabile la presenza di un ponte antecedente al  XVIII secolo. 

Il Ponte Nuovo e la Font d’en Lluna

Sono tante e fantasiose le leggende che raccontano la costruzione del Pont Vell, il Ponte Vecchio di Santa Eulària, tutt’altra storia l’origine del Pont Nou, il Ponte Nuovo che sembra vegliare da un piano più alto l’antica struttura,  adattandosi alle pendici del Puig de Missa.  

La moderna infrastruttura venne progettata nel 1918, e fu il risultato di una lunga richiesta da parte dei cittadini di Santa Eulària. La sua costruzione facilitò la viabilità per raggiungere il centro urbano, pur togliendo un po’ dell’idillio paesaggistico del luogo. Non solo, la costruzione del Ponte Nuovo cambiò il nome del Ponte Vecchio da Pont des Molins o Ponte di Santa Eulària a Pont Vell. 

Enrique Fajarnés Cardona (1918-2003), scrittore ibizenco e autore di diversi libri sugli usi e costumi locali, nel 1985 scrisse “Lo que Ibiza me inspiró” (Ciò che Ibiza mi ha ispirato), un libro in cui fa riferimento anche al Pont Nou: 

I due ponti sono molto vicini. Quello vecchio, più vicino al mare, è abbandonato ed erboso; quello nuovo, alto e polveroso, concentra tutto il traffico di oggi. Quello vecchio è stato costruito dal diavolo della leggenda; quello nuovo dall’amministrazione pubblica. Quella vecchia era usata dal mulo, dal carro del contadino, dal giardiniere, dall’asino con il parroco in groppa; quella nuova è usata dall’auto moderna e dal vacanziere nudo. Il vecchio appare nelle vecchie incisioni; la nuova compare tra le fotografie delle guide turistiche“.

Oggi il Ponte Vecchio non è più abbandonato e lasciato all’incuria, è stato trasformato in un’oasi cittadina dove rilassarsi in compagnia delle papere che amano rinfrescarsi nella Font d’en Lluna, un piccolo canale scavato nella roccia da cui sgorga l’acqua e che si unisce a quella del fiume, una sorta di piscina naturale dove un tempo anche gli abitanti di Santa Eulària erano soliti tuffarsi e fare il bagno.

Pont Nou
Font d’en Lluna

La leggenda dell’ Els Fameliars 

Secondo la tradizione ibizenca, esiste un abitante molto speciale che si aggira nei dintorni del Pont Vell e che di bagna nelle acque del Riu Santa Eulària. Si tratta di un essere piccolo e piuttosto bruttino che ama solo due cose: mangiare e lavorare. Pare che questo ghiotto stacanovista sia in grado di svolgere bene e molto velocemente qualsiasi mansione gli venga affidata, e che al termine del suo operato abbia sempre un grande appetito, così, le uniche due parole che pronuncia sono: “Feina o menjar” (lavorare o mangiare). 

Stiamo parlando dell’ Els Fameliars, e, secondo la leggenda, per avvistarne uno e magari farselo “amico-tuttofare”, bisogna recarsi al Pont Vell di Santa Eulària la notte della vigilia di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, portando con sé una bottiglia nera, raccogliere un certo fiorellino che si vede solo in quella notte e metterlo al suo interno, chiuderla per bene, e aspettare qualche minuto. Quando si stappa, il “fameliar” appare, ansioso, chiedendo cibo e qualche lavoro da svolgere. Fate attenzione però: l’elfo è molto veloce e operoso nell’assecondare i vostri desideri, e, a lavoro finito, potrebbe divorare tutta la vostra dispensa in un batter d’occhio!

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