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Saline di Ibiza, un tesoro millenario

Un tempo era una delle principali fonti economiche dell'isola, oggi quella nota inconfondibile nei piatti della tradizione. Il sale di Ibiza è un candore prezioso da quasi 3.000 anni, e le saline un luogo identitario, patrimonio naturale e culturale

Viste dall’oblò di un aereo disegnano il paesaggio con geometrie regolari dai colori vividi, nei toni del rosso e dell’ocra, a contrasto con il verde delle colline e il blu del mare. Le Saline di Ibiza sono inconfondibili, come il candore del sale che si estrae da millenni, sin dall’epoca fenicio-punica, più di 2.600 anni fa.

Nel passato questo tesoro non veniva usato solo come aromatizzante e conservante, ma faceva parte della vita quotidiana come elemento rituale e simbolico. Il sale di Ibiza ha svolto un ruolo importante nel mondo delle superstizioni e a volte ha acquisito un carattere quasi sacro, come testimoniato dall’antico rituale della salpassa, un’usanza delle parrocchie rurali di tutta l’isola in cui il cappellano lasciava una piccola quantità di sale fuori dalla porta di ogni casa, che serviva anche a proteggere gli abitanti dagli spiriti maligni. 

Il sale veniva utilizzato anche a scopo medicale per curare i disturbi della bocca e il raffreddore, e fatto consumare dagli animali da allevamento e dal bestiame nella convinzione che li proteggesse dalle malattie e contribuisse a migliorare la produzione di latte e rendesse la carne più tenera. Un elemento indispensabile per la vita locale e per il commercio: sin dall’antichità il sale di Ibiza è un prodotto di pregio, un tempo richiestissimo in tutto il Mediterraneo, oggi in tutto il mondo.  

Le saline: la geografia 

Vale la pena conoscere l’importanza naturalistica, storica e commerciale delle saline di Ibiza, oltre ad essere una delle location più suggestive per ammirare il tramonto (bellissimo da Punta Es Corb Marì) o semplicemente il paesaggio che scorre dal finestrino della vostra auto percorrendo la strada che le attraversa e conduce all’incantevole e omonima spiaggia di Ses Salines), quando le nuvole bianche e il cielo azzurro si riflettono sul loro specchio d’acqua. 

Le saline appartengono al Parc Natural de ses Salines (2001), patrimonio dell’Umanità Unesco (1999), che comprende parte del territorio di Ibiza e Formentera, insieme al canale es Freus (dal latino “fretu” che significa stretto) e alla serie di isolotti che ne fanno parte, che formano un’unità naturale e paesaggistica di eccezionale valore che conta 13.611,80 ettari di ambiente marino e 1.786,52 ettari di terra. Il parco naturale di Ses Salines fa parte del contributo delle Baleari alla Rete Natura 2000, essendo stato dichiarato Zona di Protezione Speciale (ZPS) e Sito di Interesse Comunitario (SIC), oltre a essere un sito Ramsar (elenco delle zone umide di importanza internazionale).

Le saline di Ibiza si trovano su una pianura alluvionale a sud dell’isola di Ibiza, e con una superficie di circa 400 ettari, costituiscono la più grande zona umida delle Pitiüses. Sono separate dal mare da una serie di località o cordoni litoranei che formano le spiagge di Codolar, Cavallet o Solseró, Migjorn o sa Trinxa, sa Sal Rossa e d’en Bossa. Si trovano ai piedi di due massicci, es Corb Marí a est e puig des Falcó a ovest, entrambi alti più di cento metri. La particolare ubicazione, la topografia, i terreni poco permeabili e le condizioni climatiche, con un elevato soleggiamento, un microclima estivo particolarmente caldo e lungo e la presenza costante di brezze e venti miti in estate, che facilitano l’evaporazione, sono fattori che favoriscono questo sfruttamento del sale da millenni. 

Le saline: la storia 

Le saline di Ibiza sono state fondamentali per l’economia dell’isola per tutta la storia pre-turistica, con una produzione destinata essenzialmente all’esportazione. Un’importantissima fonte di lavoro per gli abitanti, non solo per l’estrazione del sale ma anche per la gestione e la manutenzione del sito.

Vennero utilizzate già in epoca punico-fenicia e dai Romani, ma furono gli Arabi, grandi esperti di idraulica, ad innovare l’area con un sistema innovativo per la gestione delle vasche: i testi di al-Zuhri e al-Himyari, rispettivamente del XII e del XIII secolo, testimoniano un’intensa produzione di sale nelle Pitiüses.

Con la conquista catalana del 1235, i profitti della produzione del sale furono divisi fra i tre feudatari Guillem de Montgrí, Nunó Sanç e Pere de Portugal, e nel 1267, i signori Montgrí e l’infante Jaume de Mallorca, cedettero il diritto di prelevare e trasportare il sale agli abitanti di Ibiza, che divennero responsabili della gestione delle saline attraverso l’“Universitat”, il governo locale. Solo nel 1718 la loro gestione passò direttamente alla Corona.

Il lavoro di estrazione del sale era una vera istituzione nell’isola, ogni anno  iniziava ufficialmente con una cerimonia solenne alla quale partecipavano i giurati, il governatore e i rappresentanti dei signori ecclesiastici. Con il tempo fiorirono nuovi lavori destinati alla gestione delle saline: nel XVI secolo nascono le figure degli scrivani del sale, per mantenere un’impeccabile contabilità, e persino dei guardiani del sale, resi necessari per le costanti incursioni dei pirati. Le saline erano vegliate di giorno e di notte con ben 35 posti di guardia e un centinaio di uomini, un’importante testimonianza del loro valore.  

Le saline vennero “vendute” al libero mercato nel 1871 per la somma di 1.162.000 pesetas, a un commerciante e proprietario terriero di Palma, Josep Astier i Cuevas, che costituì l’Empresa de la Fábrica de Sal de Ibiza. Nel Novecento il commercio del sale di Ibiza ebbe un’ulteriore impennata: il 1920 fu un anno eccezionale per l’esportazione grazie all’estrazione di ben 111.000 tonnellate, un risultato reso possibile dalla grande forza lavoro degli abitanti dell’isola e da un’efficiente organizzazione del lavoro di scavo e razionalizzazione dei compiti svolti dalle squadre di scavatori stacanovisti.

All’inizio del XXI secolo cominciano a svilupparsi nuove tecniche per l’estrazione e la gestione del lavoro meccanizzando i processi, compresi il trasporto e carico del sale. Vennero aggiunte le strade rialzate tra i bacini per permettere alle macchine di evolversi, ogni volta con più funzioni e maggiore capacità, le stesse che oggi vediamo disegnare questo paesaggio di specchi d’acqua. 

I valori naturali, paesaggistici e patrimoniali delle Saline di Ibiza sono stati riconosciuti dopo una lunga lotta popolare per la loro protezione iniziata nel 1977. La sfida più recente è la necessità di armonizzare i diversi interessi e usi (economici, naturali, sociali) con una corretta gestione del territorio, garantendone la conservazione per le generazioni future, un paesaggio identitario che racchiude quasi 3.000 anni di storia.

Photo credit: Alessandro Visciano, Cineticavideo.com

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