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Ses Païsses de Cala d’Hort, il fascino dell’antichità ad un passo da Es Vedrà 

Tra macchie di lavanda e profumi mediterranei spuntano l'insediamento punico-romano e due necropoli. Pietre consunte dal sole e dal tempo, testimoni della vita che fu, un antico tesoro situato all'interno dell'omonima Riserva Naturale di Cala d'Hort, vegliato dall’isola di Es Vedrà

L’area archeologica di Ses Païsses de Cala d’Hort è un’importante testimonianza del passato dell’isola, situata lungo la costa occidentale di Ibiza, circondata da due importanti catene montuose: il massiccio di Llentrisca e il puig Negre. Il sito risale al V secolo a.C, fu abitato da Cartaginesi, Romani e Bizantini fino al VII secolo d.C. 

L’origine dell’insediamento risale alla fase intermedia dell’epoca punico-ebustiana, caratterizzata dalle esportazioni su larga scala in tutto il Mediterraneo, importanti commerci marittimi in cui Ibiza giocò un ruolo fondamentale. Quasi certamente il nucleo abitativo fu violentemente distrutto durante l’invasione vandala della metà del V secolo e poi, nel VI secolo, si ripopolò fino alle prime incursioni musulmane all’inizio dell’VIII secolo. 

Nel silenzio della natura che circonda questo luogo ricco di fascino, dove spuntano ancora le pietre di una planimetria ben organizzata, basta un pizzico di immaginazione per  rivivere la quotidianità degli avi, gli usi e i costumi del tempo: una vita basata sulla pesca, sulla coltivazione di cereali, sulla produzione di olio e vino per la sussistenza e i commerci. Non mancavano i frutteti, carichi soprattutto di dolcissimi fichi, elogiati da Plinio il Vecchio, così agrumi e mandorle. 

Sembra che allevassero anche pecore, capre e maiali, testimonianze che raccontano la consuetudine di un tempo, legata alle tradizioni agresti. Storie di vita, ma anche di morte, custodite dalle necropoli, importantissime fonti di conoscenza che hanno celato per secoli reperti preziosi, utili a descrivere le usanze dell’antichità. 

Oggi possiamo ricostruire il passato grazie alle ricerche iniziate nel 1917, dirette da Carlos Roman Ferrer, esperto ed appassionato archeologo nativo di Ibiza, che lavorò in sinergia con la Societat Arqueològica Ebusitana. Grazie alla loro dedizione venne portata alla luce la necropoli punica. Solo successivamente, tra il 1982 e il 1985, vennero eseguite quattro campagne di scavo sotto la direzione tecnica di Joan Ramón Torres, con il patrocinio congiunto del Consell Insular d’Eivissa i Formentera e della Direcció General de la Joventut del Govern Balear, le quali hanno rivelato la planimetria quasi completa dei due nuclei abitativi.

Gli scavi suddivisero l’area nel “Plànol topogràfic general del conjunt arqueològic” che tutt’ora comprende le seguenti unità: Struttura A, Struttura B (i due insediamenti abitativi rurali), la Necropoli punica C, e la Necropoli tardo antica bizantina D (Joan Ramon Torres/J.M. Lòpez Garì). Quest’ultima occupa il punto più alto del complesso, a 159 metri, da dove si ammira una splendida visuale sull’isola di Es Vedrà

Uno dei riferimenti geografici più importanti di tutta l’area, nonché un fondamentale elemento per comprendere la storia degli insediamenti abitativi, è la presenza della fonte di ses Alfàbies, da cui prende il nome l’omonimo torrente. Non c’è dubbio che i contadini di un tempo facessero buon uso delle sue acque: la sorgente era un vero e proprio tesoro in questa zona, non particolarmente fertile a causa della geologia sabbiosa e della scarsità di falde acquifere superficiali.

L’antico abitato rurale di Ses Païsses Cala d’Hort, si estende su un’area pianeggiante tra Cala d’Hort e Cala Truja, una superficie di 650.000 m2. La struttura A è la più estesa, ed è stata documentata grazie ai reperti di epoca punica, o meglio dall’ultimo terzo del V secolo a.C.. Il periodo in cui ha goduto della sua massima importanza è stato tra il I e il III secolo d.C., e subì grandi trasformazioni nel I secolo d.C. all’inizio dell’Impero Romano. Il nucleo di piccole abitazioni era legato alla vita rurale, e svela anche le strategie per assicurare la gestione delle terre e il benessere degli abitanti e degli animali. Una delle testimonianze più esaustive è la grande cisterna per la raccolta dell’acqua: 8 metri di lunghezza, 2 metri e 30 centimetri di larghezza, e una profondità di ben 4 metri e 20 centimetri. 

Questa ed altre strutture superstiti rinvenute e studiate dagli archeologi, descrivono la storia ma anche l’economia della tarda antichità. Secondo gli studi l’insediamento orientò le proprie risorse verso l’allevamento, e solo in seconda battuta verso l’agricoltura, a causa della natura semi-arida del territorio. La pesca è archeologicamente provata, sia in epoca punica che tardo-imperiale, e, secondo gli studiosi, doveva essere un’attività economica costante, complementare e autosufficiente. Un’altra importante attività produttiva era l’utilizzo del legno dei boschi per la costruzione di barche, macchine e utensili, o semplicemente per uso domestico. 

Vita quotidiana, ingegni e necessità, ma anche credenze, paure e desideri delle società del tempo, raccontate attraverso i reperti, tesori che ricostruiscono anche la sfera più intima dell’uomo. Ibiza è nota per la sua cultura spirituale, e anche gli abitanti dell’insediamento di Ses Païsses Cala d’Hort erano soliti omaggiare il loro credo: gli scavi hanno portato alla luce una serie di frammenti di terrecotte in stile ellenistico (III-II secolo a.C.), risalenti all’epoca punica, le quali rappresentano generalmente divinità femminili, figure realizzate con motivi frontali e ciottoli, forse rappresentazioni della Dea Tanit, che secondo la leggenda, nacque nella vicina isola di Es Vedrà.

È un viaggio suggestivo tentare di rievocare le credenze, così i culti legati all’aldilà, questi ultimi attraverso il filo conduttore della storia. Tra le testimonianze più importanti nel sito archeologico di Ses Païsses di Cala d’Hort vi sono le necropoli. L’area punica si trova a circa 14 metri a est della struttura A, venne portata alla luce da Carlos Roman Ferrer tra il 1917 e il 1921: 18 tombe in 12 ipogei, tutte scavate nella roccia, con un ingresso rettangolare e una camera. Secondo gli studi, la necropoli fu attiva a partire dal periodo punico classico (V-IV secolo a.C.) e dalla prima occupazione dell’area fino a poco prima del 125/100 a.C. quando, in epoca tardo-punica, sembra essere stata abbandonata. 

La necropoli tardo-imperiale o romano-bizantina, è nota solo per due tombe attualmente fuori sito, ma molto vicine e parallele tra loro, del tipo a cista, scavate nel 1983 e ritrovate completamente prive di resti funerari. L’assenza di reperti al loro interno ha reso difficile una datazione precisa. Entrambe le necropoli rappresentano un sito monumentale da non perdere nel contesto culturale di Ibiza, un tuffo nel passato per rivivere l’antichità. 

Perché il sito archeologico prende il nome di Ses Païsses de Cala d’Hort?

Il nome di Ses Païsses de Cala d’Hort significa “Case di campagna di Cala d’Hort”, e rimanda al complesso costituito dalle due vecchie strutture di en Sorà e en Ribes, oggi splendidamente restaurate. Un tempo erano vere e proprie case coloniche, tipiche nella campagna ibizenca, anche se nacquero da piccole e modeste strutture. Nel mondo agricolo tradizionale di un tempo, le “païsses” erano edifici ausiliari che venivano costruiti nelle fattorie, appezzamenti di terreno e frutteti situati lontano dall’habitat abituale. Talvolta erano dotate di un recinto, venivano utilizzate per riporre gli attrezzi agricoli e per conservare temporaneamente il raccolto, oltre che per fornire un riparo ai contadini. 

Come in altre zone di Ibiza, le vecchie aie di Can Sorà e Can Ribes persero gradualmente la loro funzione originaria e diventarono delle vere e proprie  abitazioni. Oggi sono dichiarate Bé d’Interès Interesse Culturale (BIC), e nel 2006 sono diventate un’estensione del Museo Etnografico di Eivissa e uno spazio complementare per l’organizzazione di piccole mostre monografiche e per la promozione di diverse attività come visite guidate, corsi e laboratori. 

Fonti bibliografiche:

Eeif, Enciclopèdia d’Eivissa i Formentera

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